Vai al contenuto
Quartiere Borgo Panigale - Reno
Navile
Porto - Saragozza
San Donato - San Vitale
Santo Stefano
Savena

Così sarà! La città che vogliamo

Politico Poetico. Intervista a Francesco e Laura di Argine Young

Il teatro è vuoto. Sono le 14.

Al centro del palco tre sedie sono disposte a semicerchio.

Seduti sotto le luci dei riflettori dell’ITC ci sono Francesco e Laura

 Sono due dei ragazzi di Argine Young che stanno collaborando ai laboratori nelle scuole di Politico Poetico, progetto del Teatro dell’Argine sui temi dell’ Agenda 2030 e sulla loro declinazione a livello locale per dare voce agli studenti e coinvolgerli nel migliorare la città in cui vivono.

Gli chiedo cosa si porteranno a casa gli oltre 600 ragazzi coinvolti.

Francesco non ha esitazioni: La consapevolezza che qualcosa di concreto possono farlo davvero” 

 Raccontateci il progetto

“E’ un progetto teatrale ma soprattutto di cittadinanza attiva. E’ diviso in due parti: il Parlamento e il Labirinto. Noi di Argine Young seguiamo il primo, il Parlamento, ed è composto da dieci laboratori in ogni scuola, in cui i ragazzi saranno aiutati a trovare una sfida personale per migliorare la città in cui vivono sulla base degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile”.

In che modo?

“Chiedergli subito cosa farebbero per la città sarebbe troppo difficile, così il Teatro dell’Argine ha ideato e costruito un percorso di laboratori di facilitazione per aiutarli a sviluppare ed esprimere il loro pensiero. Sono suddivisi in piccoli gruppi di 5 o 6 ragazzi e, attraverso diversi metodi e ad incontri con esperti dell’Università e con la Fondazione per l’Innovazione Urbana, li stimoliamo insieme agli operatori del Teatro dell’Argine a riflettere e a declinare a livello locale obiettivi che altrimenti sarebbero troppo grandi e lontani da loro, facendogli capire che anche nel loro piccolo qualcosa possono fare”.

 Quali sono i metodi che utilizzate?

“I primi tre incontri sono informativi: gli facciamo conoscere l’agenda 2030 in tutti i suoi punti a livello globale, si sfidano sul grande tabellone del gioco ideato dalla Fondazione Innovazione Urbana per declinare a livello locale gli obiettivi dell’Agenda poi si va nel dettaglio con incontri di esperti dell’Università: economia circolare, ambiente e riscaldamento globale, disuguaglianze. Dal quarto incontro gli esperti rimangono a disposizione e si lavora in gruppo per capire le loro sfide e come si raccontano a terzi sia dal punto di vista della retorica e della loro sostenibilità attraverso metodologie come il World Cafè, Open Space, Debate e diversi altri. Il 19 aprile ci saranno gli Speakers’ Corners: un Flash Mob in piazza Maggiore con tutti e 650 ragazzi, che si alterneranno per mettere in pratica quello che hanno imparato ed esporre la propria sfida”.

 Chi andrà in Parlamento?

“Durante gli ultimi laboratori, in ogni scuola verranno eletti cinque rappresentanti, uno per ogni tavolo, che andranno in Parlamento. Ogni rappresentante eletto di ogni tavolo porterà le istanze della propria scuola in 5 incontri in Salaborsa durante i quali prepareranno cinque lettere alla città e consegneranno 5 liste di azioni e raccomandazioni. Il Parlamento eleggerà poi i cinque rappresentanti che saliranno sul palco dell’Arena del Sole il 3 giugno per l’evento conclusivo, davanti ad un pubblico composto da Istituzioni e coloro che ricoprono ruoli chiave nei processi decisionali della città e naturalmente ragazzi e cittadini”.

Qual è il vostro ruolo in questo progetto?

“Fanno parte di Argine Young tutti gli iscritti ai laboratori dell’ITC sotto ai 25 anni che desiderano essere attivi e coinvolti a 360º nelle attività del Teatro dell’Argine. All’interno si è costituita l’Officina Argine Young, una mini compagnia teatrale che comprende una quindicina di ragazzi, di questi nove si occupano anche di collaborare alle attività nelle scuole di Politico Poetico. Il nostro ruolo quindi è quello di andare nelle scuole con i nostri insegnanti (registi, attori, operatori teatrali) e dare una mano. Abbiamo pochi anni in più dei ragazzi che incontriamo e può aiutarli nel capire che queste tematiche interessano anche a questa età”.

 Qualche richiesta particolare o situazione accaduta durante i laboratori?

“Una ragazza ci ha chiesto di potersi confrontare con una manager che ha una famiglia per capire come si possono conciliare le due cose e cosa significa essere donna in un percorso lavorativo vincente. Poi durante gli incontri sulle differenze di genere abbiamo chiesto alle ragazze se a volte si sentono osservate quando entrano nei bar. Alcune si sono riviste in questo esempio e gli abbiamo proposto di realizzare una campagna pubblicitaria/flash mob. L’idea è quella di uscire con una calza in testa che non permette di vedere il volto e a chi domanda il motivo lasciare un biglietto con una frase. Non sappiamo se lo faranno, ma erano entusiaste all’idea. Un’altra cosa interessante emersa è stata la proposta di realizzare dei corsi di formazione sulle differenze di genere per i docenti”.

 Passiamo al gioco “Il futuro è in gioco”. Come hanno reagito i ragazzi quando gli è stato chiesto di fare un gioco di ruolo e di mettersi anche dalla parte di amministratori e assessori?

“In un Istituto alcuni ragazzi inizialmente si erano bloccati e non volevano farlo, poi si sono lasciati andare. Mentre in un’altra scuola una ragazza è, al contrario, salita su una sedia per parlare avvicinandosi all’idea degli Speakers’ Corners. Cambiare punto di vista comunque funziona e li rende più partecipi”.

 Come si lega il vostro percorso alle altre progettualità di Così Sarà e quale il suo valore aggiunto?

“Ci lega il fatto di rivolgersi allo stesso target e alla stessa fascia d’età, ma anche l’avere come comun denominatore il teatro. Abbiamo scoperto molte cose sui giovani e sulla città, abbiamo capito cosa pensano e cosa vogliono. Sicuramente questi strumenti ci hanno permesso di arrivare dove altri strumenti non arrivano”.

 Alla fine del percorso, cosa si porteranno a casa i ragazzi?

“Sicuramente la consapevolezza che qualcosa in concreto possono farlo davvero. Ma anche adottare alcune abitudini, essere più consapevoli della situazione e conoscere meglio la loro città. Inoltre, gli strumenti che hanno conosciuto e usato durante i laboratori gli rimarranno e saranno sempre utili per gestire diverse situazioni, anche in futuro”.

Per saperne di più sul progetto clicca qui

qui invece il video che racconta il progetto