RAGAZZE.
La redazione de La Birra aperta
Immagine di Michele Lapini/CHEAP
Le ragazze vengono trattate più da oggetti. Nei programmi, in tv, sui social, a scuola. Anche nei programmi in tv come “Il collegio” e “La caserma”. Tipo nella prima puntata de “La caserma” quando arrivano le ragazze ci sono i ragazzi che le guardano e iniziano a dire: “Ci sono le tipe”, oppure “quella è mia, io punto su quella bionda, non mi toccate quella”, come se fossero oggetti. Sempre ne La caserma c’era la ragazza di uno che voleva conoscere i nuovi ospiti e lui non glielo permette perché lei è come se fosse il suo oggetto e le deve obbedire.
Un’altra cosa, successa a scuola, è che c’è un ragazzo a cui piace una compagna di classe, ma a lei lui non interessa minimamente. Però lui per gelosia ha vietato a tutti i ragazzi di avvicinarsi o di parlare con lei, perché non vuole che lei parli con loro. Addirittura ha detto: “Io metterei un recinto intorno a lei, perché è solo mia e nessuno la deve toccare”. Lui vuole sentirsi proprietario di lei. Per questo motivo alcune professoresse in classe hanno parlato di questa faccenda, per spiegare che le ragazze non sono proprietà di nessuno e che quindi possono fare quello che vogliono, e nessuno può impedirglielo.
Quando una ragazza dice che le piacciono i videogiochi la maggior parte dei ragazzi la lasciano stare. Anche se prima erano amici, la escludono, perché pensano che le ragazze non possano fare le cose da maschi. E se le fanno non vogliono più essere amici con loro.
Lo stesso succede quando magari una ragazza vuole giocare a calcio, i maschi le dicono di no perché secondo loro non è un gioco da femmine e sono deboli.
Succede spesso che all’ora di educazione fisica in palestra si giochi maschi contro femmine, perché nessun ragazzo vuole stare in gruppo con le femmine. E quando si cercano di fare le squadre miste a volte i maschi si lamentano delle femmine in squadra. Perché loro (i maschi) fanno sport, mentre le ragazze secondo loro sono meno sportive quindi non le vogliono perché pensano che siano meno capaci, e non vogliono perdere. Però vogliono in squadra le ragazze solo se sono carine, se no si lamentano coi prof. Poi alcuni prof cercano di parlare con loro e di fare le squadre miste per giocare, mentre altri non danno importanza alla cosa e lasciano giocare i maschi tra loro e le femmine tra loro.
Spesso succede anche che le donne vengano insultate nei gruppi Whatsapp o sui social. Nel gruppo della scuola, ad esempio, dei ragazzi hanno iniziato a scrivere cose pesanti su una professoressa e insultavano il suo aspetto fisico. All’inizio nessuno è intervenuto a fermarli, poi però quando gli insulti si sono fatti più pesanti ci sono state tante persone che hanno detto loro di smetterla. Oppure su internet quando ci sono video di ragazze in costume tutti tirano insulti. Soprattutto i maschi commentano questi video. A volte le insultano mentre altre apprezzano. Però apprezzano in maniera brutta e pesante, che è anche quello un insulto.
Secondo me è sbagliato perché se le ragazze vogliono fare un video in costume lo possono fare, anche perché magari è estate ed è normale stare così. Vorrei più rispetto nei confronti delle ragazze in qualunque situazione.
Anche le ragazze tra di loro spesso si dicono cose negative a vicenda, e spesso si formano gruppetti che parlano male tra loro. Sarebbe più bello invece se le ragazze si alleassero, invece di essere divise in tanti gruppetti. È meglio un gruppo grande di ragazze tutte amiche tra di loro: perché così non solo si fa amicizia, ma ci si può aiutare, difendere e supportare.
In occasione delle lotte femministe e degli scioperi che, storicamente, chiedono spazio e attenzione simbolica nel mese di marzo, anche la redazione de La Birra aperta ha voluto riflettere e raccontarsi su come viene vissuto l’essere (anche) giovani donne, ed in particolare relazionarsi, confrontarsi tra pari e col mondo adulto. Con la volontà di essere aperta al contributo di tutte e tutti, attualmente la redazione de La Birra aperta è composta in buona parte da giovani under 35, ed in particolare da ragazze tra gli 11 e i 25 anni di età.
La rubrica La Birra aperta viene pubblicata in contemporanea sul blog Mural mural.altervista.org e sull’account IG labirra_aperta. Essa è inoltre condivisa da altre realtà che sostengono il prendere (e dar) voce da parte dei più giovani.
Per info e partecipare al progetto: birrrrrbanti@piazzagrande.it