Continua martedì 16 novembre la formazione pubblica della Scuola di Azioni Collettive con l’ultimo incontro Introduzione alla valutazione d’impatto sociale, a cura di Anna Romani, project manager di Kilowatt ed esperta di progettazione a impatto sociale.
Questo quarto appuntamento sarà una introduzione teorica agli strumenti della valutazione d’impatto sociale, già affrontato con la docente Anna Romani nei laboratori di co-design dedicati ai progetti della Scuola di Azione Collettive. Alla parte teorica seguirà un’esercitazione pratica sulla visione di cambiamento.
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Abbiamo raggiunto Anna Romani per farle qualche domanda in vista dell’incontro.
Perché negli ultimi anni si è introdotto il concetto di valutazione d’impatto nell’ambito del Terzo Settore? Qual è il valore che introduce nella progettazione sociale?
“Negli ultimi anni si è introdotto il concetto di valutazione d’impatto perché sempre di più c’era bisogno di comprendere non solo cosa producevano gli investimenti pubblici, come ad esempio il numero di corsi di formazione o quello dei servizi, ma anche il reale cambiamento che questi stessi servizi generavano sul territorio e sulle vite delle persone. La riforma del Terzo Settore ha dato una spinta al bisogno di formarsi, quindi sempre di più se ne sente parlare e sempre di più gli enti erogatori richiedono alle organizzazioni di rendicontarsi anche da questo punto di vista. La rendicontazione è l’ultima parte di un processo molto più profondo in cui si cela davvero il valore della valutazione d’impatto, perché se viene adottata in modo strategico dalle organizzazioni, quindi a monte e non solo a valle della costruzione dei servizi e dei progetti, diventa una bussola che aiuta a capire se si sta andando nella direzione sperata o se ci sono delle azioni correttive da inserire nel proprio progetto. Diventa uno strumento gestionale vero e proprio, dove l’organizzazione è guidata dal cambiamento che vuole generare e non solo dai servizi che vuole offrire”.
Ci indicheresti tre motivi per i quali è importante formare e formarsi su questo tema?
“È importante formare e formarsi perchè se l’impatto diventa un patrimonio condiviso vuol dire che il cambiamento diventa di concerto in tutta la società, e cambia quindi proprio il modo di ragionare. Inoltre la formazione è importante perché molto spesso le organizzazioni sono chiamate a rendicontare gli output delle loro attività, e invece l’impatto permette loro di raccontarne gli effetti, le storie che stanno dietro ai numeri e quindi le persone diventano protagoniste. Infine, è importante formare perché dal punto di vista degli enti erogatori avere delle organizzazioni consapevoli del cambiamento che vogliono generare permette di fare un uso anche di valore dei fondi pubblici e privati dedicati alla cultura, al sociale o alla sostenibilità ambientale”.
Che importanza ha questo strumento per le organizzazioni caratterizzate da attività di tipo mutualistico e a base comunitaria?
“Uno step fondamentale della valutazione d’impatto sociale è il coinvolgimento dei propri pubblici, quindi delle persone a cui ci si rivolge. Non si può fare valutazione senza prima chiedere un’opinione e co-progettare insieme agli utenti e ai beneficiari finali dei servizi. Ragionare in ottica di cambiamento permette alle organizzazioni a base comunitaria di coinvolgere in modo inedito e originale le persone con cui dialogano ogni giorno e che vivono i territori in cui operano”.
Per partecipare all’incontro Introduzione alla valutazione d’impatto sociale in programma martedì 16 novembre, dalle 18 alle 20 presso DumBO negli spazi di Bologna Attiva (capannone Officina, via Casarini 19) è necessario iscriversi compilando questo modulo