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Centro Produzione Idee di Radioimmaginaria a Bologna

Nella redazione di Radioimmaginaria. Intervista a Momo, Andrea, Karim e Marco

“Dagli adulti non ci sentiamo sempre capiti. Per cosa? Per il modo di pensare”

Momo arrotola la manica della felpa rossa e alza lo sguardo, la risposta arriva diretta.

Sono le 16 e alla Casa Gialla al Pilastro sta per iniziare la riunione di redazione di Radioimmaginaria, la web radio diretta e condotta da ragazzi e ragazze dagli 11 ai 17 anni.

È nata nel 2012 a Castel Guelfo di Bologna, ma è ora presente 40 “Antenne” in Italia e all’estero. A Bologna ha dato vita anche al Centro di Produzione Idee di Radioimmaginaria a Bologna, progetto pensato per trasformare Bologna in un polo creativo dedicato agli adolescenti aprendo nelle periferie di Bologna due nuove antenne, una proprio alla Casa Gialla al Pilastro, e creando in alcuni punti strategici del territorio nuovi centri di produzione idee all’interno dei quali vengono organizzati workshop, laboratori e incontri di formazione per specializzare i ragazzi nella produzione di radiodrammi e podcast.

Mi siedo con Moma, Andrea e Karim intorno ad un grande tavolo ovale. Dietro di noi c’è Marco, referente di Radioimmaginaria. “Sai qual è il pregiudizio più grande che hanno gli adulti? Credono che tutti gli adolescenti la pensino allo stesso modo. E invece non è così – dice Marco -. Qui è evidente, davanti allo stesso microfono si ritrovano ragazzi e ragazze di età diverse, contesti diversi, famiglie diverse, culture diverse. Anche la scelta degli argomenti è oggetto di dibattito, non a tutti interessano le stesse cose. Ma facciamo sempre in modo che tutti abbiano qualcosa da dire”.

Momo sorride. “Questa è radio verità”.

Questo è uno spazio in cui siete liberi di esprimervi. Come funziona Radioimmaginaria?

Andrea: Radioimmaginaria è la radio degli adolescenti, in cui parlano gli adolescenti agli adolescenti su temi di attualità. In redazione siamo divisi tra speaker e registi. Questi ultimi montano le strumentazioni, scelgono canzoni, underscore e jingle. Noi speaker invece facciamo prima una riunione di redazione per scegliere gli argomenti, poi registriamo la puntata, della durata di circa mezz’ora, che sarà poi caricata sul sito della radio, ma anche su Spreaker e Spotify.

Marco: Ciascuno di noi fa alcune proposte di temi, oppure scegliamo dalla “scatoletta”, una lista di argomenti e notizie realizzata da tutti gli speaker e i redattori di tutte le redazioni di Radioimmaginaria che fanno parte del CODA, Consiglio delle Antenne di Radioimmaginaria, in modo da non duplicare un argomento e non sovrapporsi.

Di cosa parlate? Quali sono gli argomenti più dibattuti?

Momo: In ogni puntata parliamo di due argomenti, solitamente di musica, serie tv, videogiochi, scuola, relazioni, ma soprattutto di tutto quello che può andare male nella vita di un adolescente

Marco: Facciamo anche delle challenge. Ci dividiamo in due squadre e ci sfidiamo in gare: format creati ad hoc basati su canzoni, serie tv, abilità, imitazioni, quiz, tutorial

Perché è importante avere uno spazio libero di espressione?

Karim: “È importante esprimere ciò che si pensa, anche come sfogo, per liberarsi da pensieri pesanti. Qui siamo liberi, al contrario di altri spazi in cui ci sono restrizioni, come a scuola o in famiglia. Gli unici limiti sono le parolacce, le bestemmie, il razzismo o il fare dei nomi”

Andrea: “All’inizio ero introverso, poi mi sono ambientato e soprattutto, grazie al confronto, mi sono aperto a modi di pensare diversi. Ci sono sempre persone nuove, con opinioni diverse”

Momo: “La cosa che più mi piace è poter stare con gli altri e poter dire la mia idea a persone della mia età”

Ci sono temi locali che vengono affrontati nelle trasmissioni? Quali sono le criticità di questa zona?

Andrea: “Ci sono troppe persone che si atteggiano da bulli. Per il resto qui viviamo bene, c’è quasi tutto. A volte parliamo anche di temi locali, ma raramente”

Da gennaio a maggio si è tenuto a Casa Gialla un corso di Radiodramma organizzato da Radioimmaginaria con esperti e professioni che hanno insegnato ai ragazzi come si crea un radiodramma. Ci raccontate questa esperienza?

Momo: Abbiamo realizzato un radiodramma, quindi un film fatto solo di parole. Si chiama il sogno di Momo. La difficoltà è stata quella di riuscire a dire le cose sapendo che chi ascolta non può vedere”

Per i ragazzi e le ragazze oggi è difficile capire le proprie inclinazioni e quindi guardare ad un futuro che gli somigli?

Momo: “No, non è difficile, tutto cambia improvvisamente e ciascuno si crea il futuro da solo. Oggi c’è più libertà e margine di scelta rispetto ad una volta, quindi per noi è più facile. Basta solo impegnarsi per realizzarlo”.

Una ragazza di quinta superiore, indecisa sul futuro, mi ha detto: oggi il problema è che noi adolescenti non solo non sappiamo cosa vogliamo fare, ma non sappiamo proprio chi siamo. Quindi non pensate sia così?

Andrea “No, non è così. Per capire chi sei ci sono due modi: quello progressivo, ovvero facendo esperienze che mano a mano ti fanno capire chi sei e cosa desideri, e la terapia d’urto”

Momo: “Per me invece i modi per scoprire chi sei sono quello diretto, in cui le cose le vivi in prima persona, e uno indiretto, facendo esperienza sulla base dei racconti e delle esperienze degli altri”

Karim: “C’è chi scopre i propri talenti più facilmente, altri fanno più fatica ad esporsi e li trovano meno facilmente, ma comunque li trovano”.

Radioimmaginaria vi da la possibilità di fare anche esperienze radio in esterna. Tra poco andrete a Sanremo.

Marco: “Si, si parte il giovedì e si torna il sabato. Alcune edizioni siamo andati in un centinaio! Realizziamo diverse puntate sia in italiano che in inglese e creiamo anche format specifici. Inoltre, da cinque anni, coordiniamo la giuria degli adolescenti. Le iscrizioni chiudono il 7 febbraio sul sito di Radioimmaginaria. Possono partecipare tutti i ragazzi dagli 11 ai 22 anni e ogni sera voteranno il loro cantante preferito in base a tre categorie: outfit, esibizione più trash, miglior esibizione. L’ultima sera si voterà solo la canzone preferita, che annunceremo poco prima dell’annuncio ufficiale di Sanremo”.

Gli chiedo se portano anche le mamme.

Marco sorride: “Una volta le abbiamo portate con noi”

Intervista di Silvia Santachiara