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LXL. Leggere per Leggere Bologna

Tra le vignette. Esperimenti di educazione alla lettura attraverso disegno e narrazioni a fumetti

La proroga concessa a LXL. Leggere per Leggere Bologna ci ha permesso di ampliare “Tra le vignette”, il percorso laboratoriale sul fumetto partito nel luglio 2022 e proseguito durante l’autunno successivo con quattro cicli di incontri.

Le esperienze dello scorso anno sono state fondanti per definire meglio le riflessioni da cui ripartire per la realizzazione dei nuovi cicli di incontri a inizio 2023. In particolare, centrale è stata l’idea che la promozione della lettura possa essere altrettanto efficace se legata a un aspetto laboratoriale, soprattutto per una fascia di età (11-13 anni) che è ancora entusiasta quando messa di fronte a una valorizzazione dell’aspetto ludico. Questo aspetto è stato rinforzato dalle caratteristiche del gruppo di lavoro degli operatori coinvolti, che oltre ad essere esperti in educazione alla lettura, sono anche a loro volta fumettisti e promotori del linguaggio specifico.

Questo non significa che nel nostro lavoro le letture siano passate in secondo piano. Gli incontri sono sempre partiti dalla presentazione di una storia a fumetti, ma nel corso dei diversi cicli, osservando e riflettendo sulle varie situazioni, abbiamo cambiato approccio e siamo passati da presentazioni più classiche e frontali a momenti molto più orizzontali. Col tempo abbiamo capito che, nonostante il numero limitato di incontri, potevamo proporre molti più titoli di quanto fatto fino a quel momento, semplicemente cambiando il rapporto tra promotore e lettore o lettrice: lasciando diversi fumetti, legati da varie traiettorie al percorso che intendevamo seguire durante l’incontro, sui grossi tavoli da disegno che avevamo a disposizione per il laboratorio anche in fruizione totalmente libera, abbiamo potuto immergere totalmente i e le partecipanti nelle letture. La struttura del laboratorio ci ha così permesso di lasciare spazio anche a momenti in cui chi avesse voluto farlo poteva aprire uno dei fumetti e iniziare a leggerlo autonomamente. Quando questo avveniva si apriva un canale privilegiato per discutere della storia, che era stata scelta in modo autonomo, senza una mediazione, se non quella iniziale di lasciarla sul tavolo: spesso si dà per scontato questo gesto, ma sentire di avere accesso libero ai libri, di essere autorizzati a toccarli, aprirli e leggerli in qualsiasi momento, è già un primo passo di appropriazione dell’oggetto e dell’esperienza di lettura, che troppo spesso manca nel panorama del possibile.

Questa modalità è diventata presto predominante nella proposta dei titoli e ha anche determinato la strutturazione delle bibliografie che hanno accompagnato il progetto; è stato per questo motivo infatti che abbiamo preferito lasciare spazio via via a titoli meno numerosi ma che fossero più mirati rispetto a una specifica traiettoria e che, in qualità di proposte principali, rappresentassero, una volta in biblioteca, delle solide basi cui collegare e accostare quante più storie possibili.

Il focus dell’ultimo ciclo di incontri realizzato sono state le forme alternative del narrare a fumetti, e per questo abbiamo scelto di partire da titoli che secondo noi raccontano in modo originale ciò che sta al cuore della loro storia. Siamo partiti da Chatwin di Tuono Pettinato, ad esempio, per parlare di comunità e come raccontarle. Nel fumetto il mondo nascosto dei gatti viene introdotto attraverso le pagine con gli annunci di giornale scritti da padroni che cercano i loro felini smarriti. Quando poi viene raccontata la reale condizione dei gatti dispersi, molto diversa da quella degli annunci, si attiva una riflessione sul raccontare una comunità dal suo interno o dall’esterno. I gatti hanno un alfabeto segreto che incidono sui muri per comunicare e che il lettore scopre solo a metà fumetto, come se anche lui fosse “iniziato” alla comunità attraverso i suoi simboli. E questi sono solo alcuni esempi dei tanti modi originali (e visivi) che l’autore utilizza per raccontare gli usi e i costumi dei gatti (bacheche con gatti smarriti, alfabeti segreti, simboli e nomi specifici e ricorrenti…), o ancora Nei Boschi di Emily Carroll ci ha permesso di parlare delle molteplici possibilità di una storia, grazie ai finali estremamente aperti dei suoi racconti a fumetti horror e gotici, a cui abbiamo accostato anche la visione di diverse opere sul sito web dell’autrice (emilycarroll.com), che non vengono lette nel modo comune, sfogliandole, ma scegliendo e cliccando parti delle tavole che aprono a percorsi alternativi e ad altre storie.

Nel corso dei cicli di incontri precedenti abbiamo notato che è stato soprattutto un esercizio a entusiasmare e mettere a proprio agio i gruppi ogni volta che lo abbiamo proposto: l’uso di bigliettini dove erano raccontati eventi casuali, inaspettati, parodistici, con i quali i personaggi inventati da ragazzi e ragazze dovevano confrontarsi. Questo esercizio ci ha permesso di lavorare con ragazze e ragazzi su storie semplici mantenendo l’aspetto ludico della casualità e al tempo stesso aprendo una riflessione sull’identità di un personaggio e sul suo approccio a situazioni diverse; ogni personaggio poteva ad esempio essere mosso da loro – attraverso la storia – verso l’affermazione o la crisi della propria personalità, ed essere così definito nei contorni in modo via via sempre più chiaro. Un esercizio del genere ci ha permesso di sollevare ragazzi e ragazze da pressioni personali, senza limitarne lo stile e la capacità espressiva. Tutti e tutte infatti riuscivano vivacemente a sbrogliarsi dal fatidico intoppo dato da timidezza o insicurezza, e nello stesso tempo si avvicinavano ai meccanismi di base della narrazione.

Partendo da questi spunti, per la nuova edizione, abbiamo pensato potesse essere interessante approcciarsi alla casualità e al gioco in termini di metodo, e abbiamo così scelto di basare il nuovo ciclo di laboratori proprio su percorsi ludici. Per farlo abbiamo cambiato la nostra ottica, affiancando ai fumetti proposti esercizi che comprendevano mappe da gioco da tavolo, storie a scelta multipla e worldbuilding. Ci siamo concentrati molto di più sulla sinergia tra le letture proposte e le pratiche di disegno e di narrazione. Ad esempio, se nei cicli di incontri precedenti ogni ragazzo o ragazza creava un personaggio e lo accompagnava nel corso di un incontro, in questa sede abbiamo lavorato in gruppo a delle caratterizzazioni comuni: la riflessione è partita da oggetti di uso quotidiano (come gomme, righelli, …) e in base alla forma o al loro utilizzo, il gruppo ha attribuito delle caratteristiche fisiche e caratteriali, ha definito stati emotivi, e, traslando da un piano oggettuale a uno personale, ha creato un gruppo di personaggi la cui ideazione è stata condivisa da tutte e tutti. È così per esempio che un cancellino con il pennello finisce per essere un imbianchino e una penna dal design moderno un avvocato particolarmente opportunista. Tutti questi personaggi ci hanno accompagnato nel corso di tutti gli incontri, tornando a popolare le storie raccontate di volta in volta.

Ad accompagnare il lavoro sui personaggi, c’è stato quello sulle storie e sul linguaggio del fumetto. Abbiamo scelto di introdurlo col fumetto 2120 di George Wylesol, un racconto particolare, che ci ha permesso di parlare di linguaggio in modo nuovo. Come un libro game, infatti, racconta la sua storia attraverso percorsi non lineari e scelte multiple, chiedendo al lettore o alla lettrice di scorrere liberamente tra le pagine del libro, saltandone alcune o tornando indietro a proprio piacimento. È anche un fumetto che introduce a un modo di guardare le immagini che richiede più attenzione, perché nelle pagine (tutte al vivo) l’autore ha inserito gli indizi necessari per svelare il mistero della storia ed è solo osservando e “scovando” ciò che si nasconde nella pagina che si possono definire certi percorsi e aprire determinate strade.

Questo fumetto è disseminato di porte, di anfratti nascosti, di labirintici corridoi. Proprio questa forma ibrida e originale ci ha permesso di introdurre il gruppo a una forma di narrazione che riteniamo particolarmente adeguata a un approccio laboratoriale: la storia a scelte multiple. Attraverso il fumetto di Wylesol abbiamo messo in discussione la forma tradizionale e sequenziale delle narrazioni, per poi invitare il gruppo a fare lo stesso lavorando a un progetto che gli chiedeva di pensare e disegnare le storie in modo nuovo, non più come percorsi unilaterali, bensì alternativi e simultanei. Abbiamo definito alcuni elementi di linguaggio (spazio bianco, sequenza, spazio della vignetta…) e, senza necessariamente seguire la forma classica del fumetto, abbiamo lavorato alla creazione di una serie di strisce, che dovevano mantenere l’obiettivo narrativo. L’approccio mantenuto è sempre stato quello ludico: ragazzi e ragazze sceglievano una delle tante porte da noi disegnate e la facevano aprire a uno dei personaggi creati collettivamente. A ogni porta era associata una caratteristica del linguaggio del fumetto, un modo di raccontare che potevano usare per disegnare la loro striscia. Alcuni degli spunti forniti erano ad esempio “tra una vignetta e un’altra passano 100 anni” e ancora “la storia deve essere raccontata da una voce narrante esterna” oppure “le vignette devono essere disegnate dalla soggettiva del personaggio”.

I quattro laboratori hanno dunque seguito sempre questa doppia modalità: gli esercizi sono stati introdotti dalla lettura di storie a fumetti che in termini di linguaggio o narrazione ci hanno permesso di generare certe atmosfere o giocare con le specifiche del linguaggio del fumetto. Tutti i fumetti presentati sono stati poi il gancio per rilanciare agli altri titoli del patrimonio presente in biblioteca.

L’obiettivo è sempre rimasto quello di fare promozione alla lettura accostando ai libri delle pratiche laboratoriali di disegno, cartotecnica e narrazione. Un tentativo del genere nasce dalla nostra convinzione che la sperimentazione pratica sia, di fatto, un modo possibile di educare al linguaggio e alle storie. È possibile affrontare le narrazioni e la loro struttura in prima persona, facendo. L’uso del gioco permette di sospendere per un po’ la natura unitaria di una narrazione e di presentarla ai ragazzi e alle ragazze come qualcosa di cui possono appropriarsi, su cui si può discutere, immaginare, creare. Ovviamente una cosa del genere richiede titoli forti, capaci di sostenere questo confronto attivo e pratico con il lettore o la lettrice, ed è anche nella scelta di questi che è entrato in campo il nostro approccio da promotori alla lettura, oltre che disegnatori.

La nostra domanda riguardo alle pratiche, alla fine di questo percorso, è diventata sempre di più una convinzione. La risposta entusiasta e la ricettività dei e delle partecipanti al laboratorio di fronte ai diversi stimoli ci ha dimostrato che quello della sperimentazione pratica e ludica può essere un canale privilegiato, in cui con le giuste modalità diventa molto facile entrare. Anche la curiosità dimostrata rispetto alle letture, il fatto che alcuni titoli tornassero spesso anche nelle lezioni successive a quelle in cui venivano presentati, ci ha portato a segnalare l’importanza di una riflessione sulle storie e sui modi in cui queste possono essere richiamate quando sono sperimentate anche in termini pratici.
Ci sono state sicuramente alcune criticità, come ad esempio la difficoltà a trovare le sinergie più efficaci tra storie ed esercizi, o nel tentativo di mantenere “vivi” dei personaggi attraverso incontri distanti una settimana l’uno dell’altro, cosa che in certi casi rendeva difficoltoso l’avvicinamento tra autore o autrice, personaggio e storie di riferimento. Tuttavia riteniamo che questi laboratori siano stati, in generale, un successo, sia in termini di risposta dei gruppi che vi hanno partecipato e dei lavori prodotti, sia in termini di consapevolezze e modalità acquisite rispetto a possibili percorsi futuri in cui continuare ad approfondire e sperimentare questa modalità di promozione alla lettura.

Foto: Margherita Caprilli

Alberto Falco, Marco Libardi e Dario Sostegni, “LXL. Leggere per leggere Bologna”