Sei laboratori teatrali, uno in ogni quartiere, con sei diverse compagnie teatrali, per mettere in scena idee e buone pratiche per la longevità. In ciascun territorio verrà costituito un gruppo formato da giovani e anziani che, guidato da un regista, parteciperà a un percorso formativo e di approfondimento legato ai vari aspetti della longevità, alla raccolta di storie di vita sul tema attraverso storytelling e a laboratori di narrazione e riattivazione della memoria condivisa delle persone, dei luoghi e del proprio contesto territoriale.
I sei laboratori di “Dalle parole agli atti, idee per la longevità” sono affidati a sei registi: Angela Malfitano, Cantieri Meticci, Compagnia DNA, Compagnia Kepler 452, Gruppo Elettrogeno, Teatro dell’Oppresso. Ognuno di loro, nel percorso laboratoriale, previsto da ottobre 2020 a maggio 2021, approfondirà uno dei seguenti aspetti della longevità: le donne, l’essere straniero, il corpo e il movimento, la memoria, la disabilità, l’affettività e le relazioni.
Ad ogni laboratorio parteciperanno circa 20 persone di ogni età, che nella fase iniziale si incontreranno virtualmente partecipando ai percorsi teatrali online, a causa dell’emergenza sanitaria.
Per questo motivo sarà attivato anche un percorso formativo che offra ai partecipanti che hanno meno familiarità con gli strumenti digitali, l’opportunità di conoscere e approfondire l’utilizzo di piattaforme di videoconferenze online e dei social network.
Successivamente, ogni gruppo elaborerà uno spettacolo finale che porti sul palco di ogni quartiere i bisogni, le opportunità, le esperienze, le storie e le situazioni di quello specifico territorio, valorizzando il lavoro di cura e i diversi aspetti della longevità e rafforzando l’idea della longevità come opportunità e risorsa.
Un percorso che promuove anche l’incontro tra generazioni e il dialogo tra anziani, giovani, artisti, educatori, operatori, esperti del lavoro di cura e volontari per sensibilizzare e fare proprie nuove consapevolezze, rendere le comunità locali maggiormente protagoniste, valorizzando la relazione d’aiuto reciproco, l’assistenza comunitaria e la cooperazione abitativa.
L’obiettivo è un’azione partecipata che mira a un cambiamento facendo della cultura un motore di soluzioni improntate all’innovazione sociale. La longevità viene messa al centro di nuovi servizi e nuove forme di lavoro, generando anche nuove professionalità, nuove forme di intervento sociale ma anche una nuova visione delle pratiche di cura.
Tutti i percorsi laboratoriali verranno raccolti in un video documentario che verrà presentato in un evento conclusivo del progetto e che sarà anche lo strumento per portare l’iniziativa fuori dal contesto territoriale di Bologna, affermando una nuova cultura dell’invecchiamento che renda gli anziani protagonisti di servizi e di diverse forme di sostegno.
Il progetto ha un sito internet dedicato e una pagina Facebook
Luogo: tutti i quartieri
Ente capofila: Auser Bologna
Obiettivi: Valorizzare la longevità come risorsa e come potenziale tra generazioni, avviando un cambiamento culturale; stimolare un confronto su questo tema attraverso attività culturali; far emergere bisogni e difficoltà; attivare interventi innovativi finalizzati ad assicurare il benessere psico-fisico e relazionale delle persone anziane e di tutta la comunità; coinvolgere le nuove generazioni radicando nella comunità un nuovo welfare sostenibile che si basi sulla costruzione di identità collettive solidali, fondate sulle relazioni di aiuto reciproco; ragionare sulle “nuove professionalità” che oggi rispondono sempre più ai bisogni delle comunità; rinsaldare i legami territoriali e promuovere inclusione e coesione sociale in aree degradate e connotate da fragilità socio-culturale attraverso la creatività, la trasmissione della tradizione, la ricerca di nuovi linguaggi e contenuti, in un’ottica di intergenerazionalità e interculturalità.
Durata: concluso
Qui il bando attraverso cui è stato selezionato il progetto
Il progetto aderisce alle linee guida del patto Insieme per il lavoro